Il kick off del 15 febbraio 2020 voleva essere come ogni anno il punto di ripartenza delle nuove strategie, sfide per clienti e dipendenti. Posizionamento del brand, nuovi accordi e partnership, progetti a valore. Ma l’evento guidato da Stefano Bossi, amministratore delegato e direttore generale di Vem Sistemi, anticipava di sole poche settimane lo scoppio di una emergenza sanitaria che, come ancora vediamo, ha messo in discussione progetti, modalità di lavoro, intere filiere. Ma non la strategia di fondo di Vem Sistemi che in un anno complicato è andata avanti sulla rotta stabilita lo scorso febbraio, cercando di rendere complementari e sinergiche le tre anime del Gruppo Vem (Vem Sistemi, Certego e MyDev).

“Vem è un progetto di persone – esordisce Bossi nel nostro Ceo Cafè virtuale, a distanza – che poggia sei solidi principi: consistenza, competenze, responsabilità, fiducia, apertura intesa come capacità di ascolto ma soprattutto passione. La capacità di ascolto (“we need your feedback”) verso dipendenti e clienti migliora così non solo la capacità relazionale ma spinge a incanalare risorse su nuove competenze, ad essere propositivi.

E se nel kick off del 2020 forte era la voglia di consolidamento del business, non sono venuti meno gli investimenti in ricerca di nuovo personale, con profili in grado di rispondere a un mercato in evoluzione, per nuove sfide da indirizzare. “I Vemmers, così chiamiamo i nostri dipendenti, vengono formati nel corso del primo anno dall’ingresso in azienda per essere pienamente produttivi dal secondo anno, ma devono dimostrare passione. Un investimento importante per il gruppo.

Cosa è successo nel 2020

“Durante i mesi difficili del 2020, abbiamo saputo dimostrare resilienza e solidità finanziaria, chiudendo l’anno con il raggiungimento del target che ci eravamo dati duranti il kick off, pur lavorando in piena pandemia. Questo l’andamento del business: nei primi mesi di lock down il timore di chiudere con una perdita a due digit per il fermo di marzo e le prime settimane molto difficili si è affievolito nei mesi successivi. Da maggio a settembre abbiamo assistito a una ripresa significativa del business. Così come i mesi di ottobre e novembre sono stati solidi perché il lockdown distribuito ci ha permesso di recuperare terreno”.

Guardando agli impegni portati avanti in questi mesi, da volano per il business hanno fatto i progetti di workspace management e quelli legati alle tematiche di cybersecurity, per la gestione delle modalità di lavoro da remoto che necessitavano di strumenti di autenticazione e richiedevano un approccio integrato alle tematiche di sicurezza: “La nostra società di cyber threat intelligence specializzata nell’erogazione di servizi di sicurezza IT gestita, Certego, ha lavorato intensamente sin dai primi mesi e chiuderà l’anno a fine gennaio con un incremento del 35% del fatturato” precisa Bossi.
Mentre i progetti core infrastrutturali, che riguardavano in particolare la trasformazione digitale di aziende e manifatture, hanno drasticamente rallentato: “Si è fermato tutto, con un calo significativo dei progetti sulla parte infrastrutturale. Il networking tradizionale ha segnato il passo ma dal punto di vista del business questa mancanza è stata ben compensata dai progetti in tema di collaboration, workspace management e security”.

Solo l’8% del giro d’affari di Vem riguarda il settore pubblico, e di questo il 4% il mondo della sanità territoriale. “Siamo molto selettivi nella scelta dei nostri clienti e la PA ha tempi di vendita molto lunghi, ed è difficile portare progetti a valore. Nella PA territoriale abbiamo qualche cliente storico che da sempre lavora con noi, ma il 92% nel nostro lavoro è in ambiti diversi”. Il consolidato del Gruppo Vem nel 2019 cubava 60 milioni di euro, di cui 59,3 milioni raccolti dalla capogruppo e il restante dalle due consociate: Certego (la startup nata nel 2013 di cui Vem detiene il 67% con competenze in ambito incident response, security intelligence e malware analysis) e MyDev acquisita nel 2015, specializzata nello sviluppo di software customizzato, a completamento della strategia di Vem di messa a punto di soluzioni verticali industriali. “L’anno fiscale 2020 chiuso il 31 dicembre si preannuncia con un consolidamento della crescita rispetto al 2019, con una oscillazione positiva attorno al 2% in linea con quanto stabilito nel kick off dello scorso febbraio. Certo è che la crescita di Certego è stata determinante per mantenere l’obiettivo dei 60 milioni di euro”.

Focus sulla cloud transformation nel 2021

C’è molta attenzione sui temi legati alla data ownership, all’ubicazione dei data center, e se da una parte c’è stato un salto delle aziende sul cloud pubblico, dall’altra è cresciuto anche l’edge computing, con la gestione dei dati decentralizzata in periferia. La trasformazione dei data center è in atto e se per molto tempo le aziende si sono affidate a data center locali (“Questo ha portato in Italia alla proliferazione di piccoli data center distribuiti”) oggi grandi realtà stanno valutando la loro migrazione al cloud. “In questo scenario, ci sono vertical per noi interessanti che guardano alla cloud transformation. La banche e le aziende che gestiscono servizi a supporto del finance, ma anche l’Industria che purtroppo oggi ha rallentato, soprattutto in alcuni vertical come il manufacturing o la ristorazione, a causa delle chiusure imposte nei mesi di lockdown”.

Obiettivo crescere nel mondo cloud e potenziare offerta e partnership nel 2021. “Stiamo investendo per creare un’area dedicata al cloud al nostro interno e ci stiamo strutturando per diventare un Cloud Advisor, ma in salsa Vem, con le nostre peculiarità, solo così saremo credibili e chiari. Noi nasciamo come system integrator ma abbiamo un alto tasso di innovazione al nostro interno che ci ha portato a lavorare anche con grossi partner industriali come Deco Industrie che ha realizzato un progetto di trasformazione digitale dei processi produttivi, attraverso una rete Ics con tecnologia Cisco e una app per rendere sicura la convergenza IT e OT per gli operatori in fabbrica”.

Per essere credibili e crescere con più determinazione nel mercato cloud, Bossi non esclude di interessarsi a nuove acquisizioni: “Oltre ad attività di recruitment interno, vorremo guardate anche a qualche cloud boutique da acquisire, in un percorso che prevede la ricerca, lo studio, e infine l’integrazione nella nostra struttura. Guardiamo a piccole realtà con grandi competenze, con una scale up di 2 o 3 anni. Non siamo intenzionati ad essere acquisiti, nonostante le circa 20 manifestazioni di interesse da parte di altre realtà in questi anni. Vogliamo continuare ad operare con la nostra identità, che ci ha permesso di passare in 7 anni dai 20 milioni di euro del 2012 a 60 milioni del 2019 con una scale up e una acquisizione. Le persone, dalle 80 iniziali alle 275 di oggi, con l’intento di portare avanti il piano di assunzioni e toccare il tetto dei 300 dipendenti nel 2021”.

Ma l’accelerata che Bossi vuole imprimere per diventare “un cloud advisor credibile entro il 2022” non crea competizioni con i vendor con i quali Vem tradizionalmente lavora: “Non vogliamo generare conflitti di interesse, per questo noi non rivendiamo cloud pubblico ma proponiamo un cloud ibrido, che permetta ai nostri clienti di gestire workload distribuiti con la tecnologia che meglio si addice alle loro esigenze”. Nel 2020 ampliato il portafoglio con tanti piccoli vendor fortemente innovativi, interessanti sia per gestire il workspace del futuro, sia la transizione tecnologia di Industria 4.0, guardando anche a vendor forti nel mondo dell’illuminazione (ad esempio Signify, ex Philips Lighting) o del wearable computing per affiancare progetti in ambito industriale.

Formazione, impegno e nuova sede

L’impegno sul territorio (Cyber Academy a Modena), con le scuole professionali per la formazione di risorse altamente specializzate (Its della fondazione Fitstic), oltre alla presenza in Confindustria Emilia di cui Bossi da maggio 2018 è presidente della filiera Digital, rimarca l’intento di evangelizzazione digitale”.

Nel 2021 l’obiettivo è mettere un + davanti all’andamento del nostro fatturato, e mi piacerebbe pensarlo a due digit, ma sarebbe prematuro. Credo che sia corretto prevedere due linee di budget: una più conservativa, una più positiva legata all’esito del vaccino sui tempi di ripresa. Per quanto riguarda il Recovery Fund si vedranno benefici nel 2022″.

Una nuova sede a Forlì di 5.000 mq sarà inaugurata con l’anno nuovo, come punto di svolta di una system integrator che non cambia stile pur guardando a nuovi ambiti di sviluppo, come il cloud. Sarà una sorta di luogo esperienziale, che ospiterà un giardino (“Vorrà essere una sorta di agorà”) e una Accademy. “Termineremo entro il 2021 il progetto il progetto Vega, acronimo di Vem Experience Garden & Academy, che si articola su tre filoni: la creazione di un Experience Center dedicato ai temi del workspace, digital transformation e digital resiliency, dove toccare i temi del business recovery e della cybersecurity. Un giardino luogo per ospitare eventi, e l’Academy per corsi aperti ai nostri partner”. Nasceva Vem 34 anni fa, 1986. “Oggi l’investimento di 10 milioni di euro in tre anni per realizzare una nuova sede di proprietà mostra che vogliamo continuare a crescere con una sede che ci permetterà di mantenere la componente fisica nella nostra relazione, quella passionale e quella umana. I nuovi uffici saranno per noi luogo di contaminazione”.

Fonte: www.inno3.it