Si chiama Antonio Cirino, ha 23 anni e non è laureato. Nella sua squadra di hacker “etici” anche Alessandro Guido, Matteo Corradini e Giacomo Sighinolfi. Il direttore della Cyber Academy Colajanni: “Felicissimi di poterci confrontare con Paesi che operano molto bene sul tema della cyber security”
C’è anche un talento palermitano tra i componenti del team italiano di hacker volato a Singapore per partecipare alla più importante competizione al mondo del settore. Si chiama Antonio Cirino, ha 23 anni, e non è laureato. Insieme a Alessandro Guido, team leader, Matteo Corradini e Giacomo Sighinolfi fa parte compone la squadra della Cyber Academy dell’Università di Modena e Reggio Emilia, guidata dal professor Michele Colajanni, che lo scorso 11 e 12 giugno ha sfidato Usa, Uk, Estonia, Romania e Israele al Defence Discovery Camp (competizione promossa dalla Defence & Science Technology Agency).
“Non mi sono laureato – racconta Cirino a PalermoToday – perchè l’ambiente universitario non mi ha mai stimolato granché, ho sempre studiato autonomamente le cose che più mi interessavano e ho conseguito la più difficile certificazione per penetration tester (hacker etici) nel mercato: la OSCP della Offensive Security, nel quale ho dovuto compromettere 5 sistemi vulnerabili in 24 ore di tempo (di fila). Successivamente sono andato a Modena per un corso di specializzazione alla Ciber Academy”.
“La nostra Accademia – spiega Michele Colajanni, direttore della Cyber Academy di Unimore – ospita studenti dal 18 ai 40 anni e ci stiamo attrezzando per organizzare eventi per ragazzi dai 14 ai 18, perché il talento hacker non ha età. Siamo estremamente grati all’azienda che ha sempre creduto nella Cyber Academy e felicissimi dell’opportunità di poterci cimentare in un contesto prestigioso e di confrontarci con Paesi che operano molto bene sul tema della cyber security”.
“Alla Cyber Academy – continua Cirino – il professor Colajanni mi ha notato le mie competenze tra tutti gli studenti di informatica e mi ha chiesto di partecipare alla competizione a Singapore. Nel sito che utilizzavamo per allenarci hackthebox.eu sono arrivato novantesimo nel ranking mondiale”. La partecipazione dei giovani Unimore è stata resa possibile grazie al sostegno offerto loro da Cy4gate, che attraverso la sede di rappresentanza del Gruppo elettronica a Singapore guidata da Gianluca Trezza, ha creato il ponte affinché i talenti cyber in Italia potessero cimentarsi in questa singolare ed esclusiva competizione.
“La necessità – afferma Eugenio Santagata, Ceo di Cy4Gate – che nel nostro Paese possano formarsi white hat (hacker etici) con forti competenze procede di pari passo con quella che ci sia una solida l’industria nazionale cyber, come avviene in Paesi come gli stati Uniti o Israele che ben hanno capito l’importanza che un tema così sensibile sia gestito da imprese e competenze nazionali”.
Ben 500 gli hacker che hanno partecipato alla competizione a Singapore hanno imparato a monitorare le reti e i sistemi, a rispondere agli incidenti informatici, ad analizzare le prove forensi e persino ad affrontare i sistemi di droni, in poche parole ad affrontare le minacce informatiche. L’Italia non si è classificata tra i primi tre. “E’ stata comunque un’esperienza (la prima per me nel campo) – continua il 23enne palermitano – veramente avvincente e intensa… la sera prima ho avuto difficoltà a dormire per l’emozione. Durante la competizione è stato molto bello poter collaborare insieme agli altri colleghi, creare strategie e confrontarsi con il tempo che correva veloce”.
Antonio racconta di essere sempre stato interessato all’informatica e alla tecnologia in generale: “Sin da quando ero piccolino e si cominciavano a vedere i primi pc nelle case di tutti si è scatenata in me una grande curiosità che è cresciuta nel tempo a dismisura. Poi la passione, il talento e la predisposizione per tutto ciò che è matematica e logica (tutto ciò che essenzialmente è un computer) hanno fatto il resto”.
Ora che ha finito il corso a Modena e si è conclusa la competizione mondiale a Singapore, rientrerà a Palermo, ma solo per poco: “Ho ricevuto diverse offerte di lavoro – che devo ancora valutare – ma nessuna arriva dalla mia città. Credo che mi fermerò qualche anno all’estero e quando l’Italia sarà competitiva tornerò, ricco delle competenze acquisite“.
Fonte: www.palermotoday.it